
"Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraiche",
di cui ho detto diffusamente, è strumento d’eccezionale efficacia per
aprire e rendere vive pagine della Torah e provo a mostrare in modo
pratico la forza particolare.

Tento far ciò con riferimento al primo versetto del Capitolo 3 del Genesi, cercando anche di evidenziare l’utilità dell’aiuto dei geroglifici nell’affrontare problematiche che si rifanno alla Torah.

Dal versetto 3,1 fino alla fine del versetto 3,8 della Genesi c’è un inciso che frena il progetto di Dio.

Il Capitolo (Gen. 3,1a) inizia con:
Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio.






























È evidente, il serpente è un animale come gli altri, ma in lui sta agendo una energia particolare.
Se si usa un criterio base del metodo di decriptazione, che consiste nell’affrontare il testo trascurando la vocalizzazione delle parole, e se del caso si spezzano, si comprende subito di più.
L’autore pone infatti una particolare attenzione alla parola "selvatica", cioè "del campo", che in ebraico è


.
All’interno di quella parola c’è
e queste due lettere sono quelle che formano la parola "demonio".
Ci si domanda se le lettere sono in grado di spiegare la proprietà fondamentale del demonio; osservo che
è un fuoco, una luce e
è una mano = sbarrare; si ha: il demonio

sbarra
la luce
, ovviamente di Dio.

Ora per comprendere perché l’uomo è tentato dal serpente, sono state formulate varie ipotesi.
In molte culture arcaiche il serpente simboleggia il mondo dei morti, perché vive nascosto in buche della terra e per l’apparente ringiovanire con la muta della pelle.
Il serpente, infatti, è capace di evocare il pensiero di morire il cui concetto appare subito dopo nel versetto Gen. 3,3.
Vi sono anche visioni positive del serpente che, essendo in collegamento col mondo dei morti, rappresenta la benedizione delle anime degli antenati e la fede nella guarigione e nella rinascita (es. il colubro di Esculapio, consacrato al Dio della medicina).
La Bibbia ci presenta il serpente sin dal momento iniziale, ma anche cruciale, quale incarnazione del nemico, causa della tentazione non superata che provocò all’uomo la perdita del primitivo stato di grazia, che gli permetteva di rapportarsi direttamente con Dio.
Nel libro di Giobbe appare per la prima volta il nome d’un nemico dell’uomo che mette in dubbio con Dio il buon esito del Suo disegno su questo essere; questi è chiamato satana (Gb. 1,6)

:
S’TN shatan.
Il profeta Zaccaria al Capitolo 3,1.2 lo nomina tre volte e lo presenta nella figura d’accusatore, ritto vicino al sommo sacerdote Giosuè, davanti all’angelo del Signore, mentre il N.T. lo nomina varie volte e lo identifica col nemico del capitolo 3 della Genesi.
L’autore del Genesi, che com’è noto è stato scritto molto dopo il libro di Giobbe, passa dal Satana, nemico dell’uomo, alla figura del serpente.

Il radicale

S’TN in ebraico indica odiare, insidiare, perseguitare, accusare; perciò il participio, l’avversario è


:
satan, satana, cioè, l’accusatore il diavolo (in greco "diabolos").

Con i segni si legge: "brucia
nel cuore
l'energia
".

Dal "Dizionario di Usi e leggende Ebraiche di Alan Unterman" - editori Laterza, riporto stralcio da voci serpente e satana:

"Il serpente biblico era il re degli animali. Era un animale astuto, che camminava diritto su due gambe, parlava e mangiava lo stesso cibo dell’uomo. Quando il serpente vide come gli angeli onoravano Adamo, divenne geloso di lui, e la vista dei rapporti sessuali della prima coppia risvegliò il desiderio del serpente per Eva. Istigato da Satana o Sammaele, o secondo alcune opinioni posseduto da lui, il serpente persuase Eva a mangiare il frutto proibito e la sedusse. Come punizione, gli furono tagliate braccia e gambe, dovette strisciare sulla pancia, tutto ciò che mangiava seppe di polvere, e diventò l’eterno nemico dell’uomo."

"Satana è considerato il re dei demoni che si era ribellato a Dio ed era stato espulso dal Paradiso. Nel suo esilio dal Paradiso, egli portò con sé una schiera di angeli caduti e divenne il loro capo. La ribellione ebbe inizio quando Satana, il più grande degli angeli con un numero doppio di ali rispetto ad essi, rifiutò di rendere omaggio ad Adamo."

Il vero nemico in ogni modo è satana, il serpente è manifestazione della sua incarnazione, come nell’Apocalisse il drago e la bestia.
Nel serpente, la Sapienza, il N.T. e la tradizione cristiana, infatti, hanno riconosciuto la personificazione dell’avversario, il diavolo, che in quell’occasione si servì di quell’animale.
Ora, l’avversario per antonomasia, il prototipo storico del nemico del popolo ebraico, in effetti è il Faraone.
Satana ed il serpente sono tra loro strettamente collegati e il collegamento è certamente il Faraone.
Infatti:

"Figlio" in egiziano è costituito da un’anatra che è la biconsonante SA’ con vicino un uomo seduto;
figlio
; ora la stessa anatra
con il determinativo d’un serpente anziché d’uomo, indica "verme"; in
quanto SA’ è figlio, e il determinativo dice di chi, d’uomo se ci si
mette un uomo, o d’altro se ci si mette il determinativo d’altro, e
verme è figlio di categoria dei serpenti, cioè animale di sotto terra.

Il libro di Giobbe (che al capitolo 1 cita Satana), sembra parlare di questi geroglifici, infatti dice:

"Ecco la luna stessa manca di chiarore e le stelle non sono pure ai Suoi occhi, quanto meno l’uomo questo verme, l’essere umano, questo bruco!" (Gb. 25,5s)

che in effetti è scritto:








, ben ’adam, il figlio dell’uomo è un bruco.





= "il segno
porta
del serpente
a vedere
nel mondo
".

Vediamo ora queste parole sono calzanti con quei geroglifici; dice che il figlio dell’uomo in effetti è un bruco, cioè porta, come il geroglifico relativo, il segno del serpente che è entrato nel mondo. Cioè il serpente è divenuto il vero padre dell’umanità.

"Chi mi libererà di questo corpo votato alla morte?" dice S.Paolo in Rm. 7,24.
Se nel geroglifico, al segno di verme si aggiunge il segno della terra TA’
si ha SA’-TA’ "serpente"
che è un verme della terra, un figlio della terra.
Ecco allora che "satan" è un serpente, dall’egiziano SA’-TA’, in cui c’è l’emanazione N del demonio, cioè di satana.
Il nemico=ITN ha, infatti, questo geroglifico
(Vocabolario di "Midle Egyptian" di Faulkner) che col determinativo del
serpente e d’uomo e la N sarebbe "padre nostro" e con vicino, in luogo
del serpente, quello del serpente antico
,
determinativo simbolo dei Teniti, cioè del serpente mitologico, sarebbe
il "progenitore mitologico", il "serpente antico" di Ap. 12,9.
Questo geroglifico invece è SA’ -TA’-N
, ottenuto da SA’-TA’ con l’aggiunta del segno
di N d’emanazione e con quel determinativo, che rappresenta la sinuosità del Nilo, si legge:

"Il figlio della terra emanazione del serpente mitologico".

Se accostiamo il geroglifico dell’oppositore a quello del dio Aton di Amenofi IV si vede che:

oppositore
=I’TEN=Aton

hanno gli stessi segni
cambia solo il determinativo ed i segni sono:




,
che si può dividere Levi + atan

(
+
) 
;
nei geroglifici un serpente + un bastone equivale a "dice parole",
(vedi "Il segreto dei geroglifici" di Christian Jacq, Ed. Piemme) ed è una premessa per avvertire che parla una persona importante.

Ora,



,
il mostro leviatano, per i geroglifici è "dice
parole
l’oppositore


"
e visto in forma positiva "dice parole la promanazione del padre", "dice parole che appartengono al padre".
Se il padre però è il Nilo, questo titolo calza perfettamente con il Faraone, che portava il segno del serpente sulla testa, identificato con la lettere ebraica
ed era figlio della protodinastia dei Teniti e del Nilo e "diceva parole di Aton".
Perciò nella terminologia delle origini bibliche c’è molta affinità tra "l'idea del male" = l’emanatore e la sua immagine terrestre Satana = l'inviato; ed il Faraone una sua incarnazione.

Proviamo a leggere con i segni quel versetto (Gen. 3,1a) mettendo come soggetto di riferimento il demonio:

Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio.






























"Si portò
nel mondo
l'angelo
.
Per nascondersi
dalla Luce
uscì
.
Fu
nel mondo
da nemico

a portarsi
a vivere
dai viventi
.
Di tutti

la vita

finisce
.
Uscirà
il demonio

dal mondo
,
l’Unigenito
lo brucerà
nei corpi
;
in azione
un fuoco
uscirà
dal Signore



Dio

che riaprirà
agli esseri
la vita
."

"Si portò nel mondo l'angelo.
Per nascondersi dalla Luce uscì.
Fu nel mondo da nemico a portarsi a vivere dai viventi.
Di tutti la vita finisce.
Uscirà il demonio dal mondo,
l’Unigenito lo brucerà nei corpi;
in azione un fuoco uscirà dal Signore Dio
che riaprirà agli esseri la vita."

Il verme dell’uomo di terra sarà bruciato ed Isaia ed i Vangeli rivelano che quest’idea ha la sua consistenza:

Ecco che un’altra volta l’egiziano antico e la lettura con i segni aprono uno spaccato sull'origine del pensiero biblico.
Tra l’altro si apre il significato di Figlio dell’Uomo, termine che Gesù usa nei Vangeli in contrapposizione al figlio della terra, riprendendo la terminologia da Ezechiele 2,3 e 3,1 e di Daniele nella visione del Figlio dell’Uomo sulle nuvole del cielo.
Giovanni Evangelista riferisce che Giovanni Battista disse: "Chi viene dall’alto è al disopra di tutti, ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla della terra. Chi viene dal cielo è al disopra di tutti" (Gv. 3,31).
Nel vangelo di Giovanni riporta questo accostamento di cielo, terra, serpente e figlio dell’uomo: "Se vi ho parlato di cose della terra e non credete come crederete se parlerò delle cose del cielo? Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell’uomo che è disceso dal cielo" (Gv. 3,12-14).

Alcuni flash:
La parola scritta, inoltre, evocava un mondo d’immagini, i proverbi, la saggezza popolare del tempo elaborate su singole parole e su accoppiamenti di queste.
Le autentiche parole della Bibbia, in particolare nei primi libri, sono da vedere ed apprezzare come ritrovamenti archeologici od opere d’autore, capaci di riprendere vita nel proprio ambiente.
Ognuna va attentamente soppesata per coglierne il contenuto che non è mai univoco, ma ha tante sfaccettature e l’autore usa giochi di parole, assonanze, immagini a cascata come i fuochi d’artificio.

Torniamo al versetto di Gen. 3,1:

"Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche..."

Spezziamo le consonanti della parola nahash

= serpente che sono le stesse della parola "rame" ed il radicale riguarda il "trarre pronostici" con la lettura delle lettere:

"molto
intrecciato
al sole
"; (ci parla del serpente)
"l’energia
racchiude
del fuoco
"; (ci parla del rame)
"guida
(

)
ad illuminare
" (ci parla di pronostici e d’indovini),

ma c’è anche una lettura che suggerisce il demonio in quanto concretizza ciò che si oppone alla chiarezza, al sole, a Dio che è luce:

"inviato - angelo - emanazione
che si nasconde
dalla luce
";
"inviato - angelo - emanazione
che nasconde
la luce
";

Il serpente è "astuto", in ebraico


A'RWM, ’arum, ed ecco di seguito una cascata di letture con i segni che
fanno capire come dalle stesse letture della parola possano nascere
tradizioni e racconti:


Ricordo le credenze ebraiche su questo serpente:

Era un animale astuto, che camminava diritto su due gambe, parlava e mangiava lo stesso cibo dell’uomo... il serpente persuase Eva a mangiare il frutto proibito e la sedusse… Come punizione, gli furono tagliate braccia e gambe, dovette strisciare sulla pancia.

Questa lettura di


non è lontana da quella di S.Paolo (Tes. 2,4) sull’anticristo:

"... colui che si contrappone e s’innalza sopra ogni essere che viene detto dio o è oggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando se stesso come dio." (dio incompleto e lo nomina tre volte e non quattro).

Idea evidentemente non isolata, perché anche d’Isaia (14,12s) quando parla di Lucifero osserva:

"Come mai sei caduto dal cielo, Lucifero, figlio dell’aurora? Come mai sei stato steso a terra signore dei popoli? Eppure tu pensavi: Salirò in cielo, sulle stelle di Dio ..."

Lucifero, figlio dell’aurora:




"Ilel ben-shahar!"; ritorna il serpente, infatti,


"è
il serpente
potente
",
il
marito di Lilith di cui la tradizione rabbinica racconta questo
midrash: La prima moglie di Adamo, demone, regina della notte. Lilith
esigeva d’essere eguale al marito e quando si rese conto che non lo
sarebbe mai stata pronunciò il nome di Dio e volò nell’aria fino al Mar
Rosso... e divenne la moglie di Sammaele, il signore delle forze del
male.
Sammaele è lo stesso che Lucifero ed è un titolo che ricorda "nome di dio"; ne caratterizza l’aspetto blasfemo.
Lucifero, Sammaele, Satana, sono la stessa persona.

Isaia, come detto, poeticamente ha chiamato Lucifero, figlio dell’aurora:






"Ilel ben-shahar!", ma si può sostituire le lettere
e
e ruotare intorno un asse e si legge





questa volta da sinistra verso destra:

"Il grande
serpente


il potente
Faraone
è
".

La parola


si può leggere anche: "vedendolo
inebria

(

)
le matrici
"
che richiama le credenze rabbiniche sul serpente che "la vista dei
rapporti sessuali della prima coppia risvegliò il desiderio del serpente
per Eva… e la sedusse" e poi il serpente "per agire
nel corpo
si porta
dei viventi
"
che parla di possessioni diaboliche e "si vede
con il corpo
portarsi
nell’acqua
"
che conferma i pensieri sulla bestia che vive nel mare.

Dopo che Adamo ed Eva hanno mangiato dell’albero del bene e del male si nascondono ed esce la parola "nudo"


molto simile a



che possiamo dividere in


e

è "caduta, mucchio di rovine"

alto; "una caduta dall’alto", ossia Adamo ed Eva sono stati come precipitati dall’alto.

In Es. 16,20 si trova

per "imputridire di vermi", e Isaia in Is. 14,11 usa


"rimmà" per "vermi"; quindi


fa venire in mente anche "vedo
imputridire


",
"vedo
esistenza
da verme

"
(da rimmà), anche perché verme è "un corpo
d’acqua
".

Una lettura completa di


con le lettere è:
"vedo
stare
corpo
all’acqua
",

come pure: "vedo
essere
un corpo
dalla matrice
";
perciò nudo, ma anche come un neonato.

Questo è l’effetto del serpente

:

Spero che si sia compreso come con la lettura a tappeto dei segni è stata ritrovata una chiave importante che permette di entrare in stanze antiche, ma abitate.
Faccio notare come tale ricco panorama si evince soltanto se si comincia a trattare a plasmare la parola come evidentemente facevano gli antichi prima dell’inserimento della vocalizzazione, quando cioè ogni lettera aveva la propria intera valenza ed era capace e libera di evocare accoppiamenti ed associazioni svincolate anche dalle forme grammaticali.
Sul tema poi dei geroglifici nella Bibbia torneremo ancora.
Tento far ciò con riferimento al primo versetto del Capitolo 3 del Genesi, cercando anche di evidenziare l’utilità dell’aiuto dei geroglifici nell’affrontare problematiche che si rifanno alla Torah.
Dal versetto 3,1 fino alla fine del versetto 3,8 della Genesi c’è un inciso che frena il progetto di Dio.
Il Capitolo (Gen. 3,1a) inizia con:
Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio.
È evidente, il serpente è un animale come gli altri, ma in lui sta agendo una energia particolare.
Se si usa un criterio base del metodo di decriptazione, che consiste nell’affrontare il testo trascurando la vocalizzazione delle parole, e se del caso si spezzano, si comprende subito di più.
L’autore pone infatti una particolare attenzione alla parola "selvatica", cioè "del campo", che in ebraico è
All’interno di quella parola c’è
Ci si domanda se le lettere sono in grado di spiegare la proprietà fondamentale del demonio; osservo che
Ora per comprendere perché l’uomo è tentato dal serpente, sono state formulate varie ipotesi.
In molte culture arcaiche il serpente simboleggia il mondo dei morti, perché vive nascosto in buche della terra e per l’apparente ringiovanire con la muta della pelle.
Il serpente, infatti, è capace di evocare il pensiero di morire il cui concetto appare subito dopo nel versetto Gen. 3,3.
Vi sono anche visioni positive del serpente che, essendo in collegamento col mondo dei morti, rappresenta la benedizione delle anime degli antenati e la fede nella guarigione e nella rinascita (es. il colubro di Esculapio, consacrato al Dio della medicina).
La Bibbia ci presenta il serpente sin dal momento iniziale, ma anche cruciale, quale incarnazione del nemico, causa della tentazione non superata che provocò all’uomo la perdita del primitivo stato di grazia, che gli permetteva di rapportarsi direttamente con Dio.
Nel libro di Giobbe appare per la prima volta il nome d’un nemico dell’uomo che mette in dubbio con Dio il buon esito del Suo disegno su questo essere; questi è chiamato satana (Gb. 1,6)
Il profeta Zaccaria al Capitolo 3,1.2 lo nomina tre volte e lo presenta nella figura d’accusatore, ritto vicino al sommo sacerdote Giosuè, davanti all’angelo del Signore, mentre il N.T. lo nomina varie volte e lo identifica col nemico del capitolo 3 della Genesi.
L’autore del Genesi, che com’è noto è stato scritto molto dopo il libro di Giobbe, passa dal Satana, nemico dell’uomo, alla figura del serpente.
Il radicale
Con i segni si legge: "brucia
Dal "Dizionario di Usi e leggende Ebraiche di Alan Unterman" - editori Laterza, riporto stralcio da voci serpente e satana:
"Il serpente biblico era il re degli animali. Era un animale astuto, che camminava diritto su due gambe, parlava e mangiava lo stesso cibo dell’uomo. Quando il serpente vide come gli angeli onoravano Adamo, divenne geloso di lui, e la vista dei rapporti sessuali della prima coppia risvegliò il desiderio del serpente per Eva. Istigato da Satana o Sammaele, o secondo alcune opinioni posseduto da lui, il serpente persuase Eva a mangiare il frutto proibito e la sedusse. Come punizione, gli furono tagliate braccia e gambe, dovette strisciare sulla pancia, tutto ciò che mangiava seppe di polvere, e diventò l’eterno nemico dell’uomo."
"Satana è considerato il re dei demoni che si era ribellato a Dio ed era stato espulso dal Paradiso. Nel suo esilio dal Paradiso, egli portò con sé una schiera di angeli caduti e divenne il loro capo. La ribellione ebbe inizio quando Satana, il più grande degli angeli con un numero doppio di ali rispetto ad essi, rifiutò di rendere omaggio ad Adamo."
Il vero nemico in ogni modo è satana, il serpente è manifestazione della sua incarnazione, come nell’Apocalisse il drago e la bestia.
Nel serpente, la Sapienza, il N.T. e la tradizione cristiana, infatti, hanno riconosciuto la personificazione dell’avversario, il diavolo, che in quell’occasione si servì di quell’animale.
Ora, l’avversario per antonomasia, il prototipo storico del nemico del popolo ebraico, in effetti è il Faraone.
Satana ed il serpente sono tra loro strettamente collegati e il collegamento è certamente il Faraone.
Infatti:
- Satana è l’accusatore, il nemico dell’uomo;
- Satana è il re dei demoni;
- i rabbini considerano il serpente il re degli animali;
- il serpente ureo è figura del Faraone;
- il Faraone è il re degli Egiziani;
- il Faraone è il nemico ancestrale del popolo ebraico;
"Figlio" in egiziano è costituito da un’anatra che è la biconsonante SA’ con vicino un uomo seduto;
figlio
Il libro di Giobbe (che al capitolo 1 cita Satana), sembra parlare di questi geroglifici, infatti dice:
"Ecco la luna stessa manca di chiarore e le stelle non sono pure ai Suoi occhi, quanto meno l’uomo questo verme, l’essere umano, questo bruco!" (Gb. 25,5s)
che in effetti è scritto:
Vediamo ora queste parole sono calzanti con quei geroglifici; dice che il figlio dell’uomo in effetti è un bruco, cioè porta, come il geroglifico relativo, il segno del serpente che è entrato nel mondo. Cioè il serpente è divenuto il vero padre dell’umanità.
"Chi mi libererà di questo corpo votato alla morte?" dice S.Paolo in Rm. 7,24.
Se nel geroglifico, al segno di verme si aggiunge il segno della terra TA’
Ecco allora che "satan" è un serpente, dall’egiziano SA’-TA’, in cui c’è l’emanazione N del demonio, cioè di satana.
Il nemico=ITN ha, infatti, questo geroglifico
Questo geroglifico invece è SA’ -TA’-N
"Il figlio della terra emanazione del serpente mitologico".
Se accostiamo il geroglifico dell’oppositore a quello del dio Aton di Amenofi IV si vede che:
hanno gli stessi segni
- I’T = I+T = esistenza + pane = IT = padre;
- N di emanazione.
(vedi "Il segreto dei geroglifici" di Christian Jacq, Ed. Piemme) ed è una premessa per avvertire che parla una persona importante.
Ora,
Se il padre però è il Nilo, questo titolo calza perfettamente con il Faraone, che portava il segno del serpente sulla testa, identificato con la lettere ebraica
Perciò nella terminologia delle origini bibliche c’è molta affinità tra "l'idea del male" = l’emanatore e la sua immagine terrestre Satana = l'inviato; ed il Faraone una sua incarnazione.
Proviamo a leggere con i segni quel versetto (Gen. 3,1a) mettendo come soggetto di riferimento il demonio:
Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio.
"Si portò
"Si portò nel mondo l'angelo.
Per nascondersi dalla Luce uscì.
Fu nel mondo da nemico a portarsi a vivere dai viventi.
Di tutti la vita finisce.
Uscirà il demonio dal mondo,
l’Unigenito lo brucerà nei corpi;
in azione un fuoco uscirà dal Signore Dio
che riaprirà agli esseri la vita."
Il verme dell’uomo di terra sarà bruciato ed Isaia ed i Vangeli rivelano che quest’idea ha la sua consistenza:
- "perché il loro verme non morirà, il loro fuoco non si spengerà" (Is. 66,24).
- "è meglio per te entrare nel Regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato … nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue" (Mc. 10,47s).
- "Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dalla… Geenna" (Mt. 23,33).
Ecco che un’altra volta l’egiziano antico e la lettura con i segni aprono uno spaccato sull'origine del pensiero biblico.
Tra l’altro si apre il significato di Figlio dell’Uomo, termine che Gesù usa nei Vangeli in contrapposizione al figlio della terra, riprendendo la terminologia da Ezechiele 2,3 e 3,1 e di Daniele nella visione del Figlio dell’Uomo sulle nuvole del cielo.
- "Vedendo però molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: razza di vipere...! Fate dunque frutti degni di conversione e non crediate di poter dire tra voi: abbiamo Abramo per padre" (Mt. 3,7).
- "…razza di vipere, chi vi ha insegnato a fuggire all’ira imminente?" (Lc. 3,7).
- "Razza di vipere, come potete dire cose buone voi che siete cattivi?" (Mt. 12,34).
- "… avete per padre il diavolo…" (Gv. 8,44).
Giovanni Evangelista riferisce che Giovanni Battista disse: "Chi viene dall’alto è al disopra di tutti, ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla della terra. Chi viene dal cielo è al disopra di tutti" (Gv. 3,31).
Nel vangelo di Giovanni riporta questo accostamento di cielo, terra, serpente e figlio dell’uomo: "Se vi ho parlato di cose della terra e non credete come crederete se parlerò delle cose del cielo? Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell’uomo che è disceso dal cielo" (Gv. 3,12-14).
Alcuni flash:
- Gesù come i patriarchi andò in Egitto (da piccolo; vangelo di Matteo);
- Gesù e Giovanni il Battista erano parenti;
- Giovanni Battista aveva dimestichezza con gli esseni;
- l’apostolo Giovanni era stato discepolo del Battista;
- questo Giovanni è autore del 4° Vangelo;
- la tradizione considera l’autore dell'Apocalisse rifarsi alla scuola di Giovanni (od essere proprio lui stesso) e lì (12,9) riprende la visione di Daniele: "Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo diavolo e satana e che seduce tutta la terra fu precipitato... l’accusatore dei nostri fratelli...";
- a Qumran, non lontano dal luogo del battesimo di Gesù, c’era la sede degli Esseni;
- là, in quel periodo, i segni della scrittura ebraica, alla luce dei geroglifici, furono definitivamente sigillati pressoché nella forma quadrata rabbinica.
La parola scritta, inoltre, evocava un mondo d’immagini, i proverbi, la saggezza popolare del tempo elaborate su singole parole e su accoppiamenti di queste.
Le autentiche parole della Bibbia, in particolare nei primi libri, sono da vedere ed apprezzare come ritrovamenti archeologici od opere d’autore, capaci di riprendere vita nel proprio ambiente.
Ognuna va attentamente soppesata per coglierne il contenuto che non è mai univoco, ma ha tante sfaccettature e l’autore usa giochi di parole, assonanze, immagini a cascata come i fuochi d’artificio.
Torniamo al versetto di Gen. 3,1:
"Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche..."
Spezziamo le consonanti della parola nahash
"molto
"l’energia
"guida
ma c’è anche una lettura che suggerisce il demonio in quanto concretizza ciò che si oppone alla chiarezza, al sole, a Dio che è luce:
"inviato - angelo - emanazione
"inviato - angelo - emanazione
Il serpente è "astuto", in ebraico
Aziona |
indemoniati |
Si vede |
fa mangiare Eva |
Si vede |
ha rapporti con Eva (secondo la tradizione rabbinica) |
Da nemico |
l’avversario |
Guarda |
l’astuto |
Agisce |
l’orgoglio, l’opportunismo |
Ricordo le credenze ebraiche su questo serpente:
Era un animale astuto, che camminava diritto su due gambe, parlava e mangiava lo stesso cibo dell’uomo... il serpente persuase Eva a mangiare il frutto proibito e la sedusse… Come punizione, gli furono tagliate braccia e gambe, dovette strisciare sulla pancia.
Questa lettura di
"... colui che si contrappone e s’innalza sopra ogni essere che viene detto dio o è oggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando se stesso come dio." (dio incompleto e lo nomina tre volte e non quattro).
Idea evidentemente non isolata, perché anche d’Isaia (14,12s) quando parla di Lucifero osserva:
"Come mai sei caduto dal cielo, Lucifero, figlio dell’aurora? Come mai sei stato steso a terra signore dei popoli? Eppure tu pensavi: Salirò in cielo, sulle stelle di Dio ..."
Lucifero, figlio dell’aurora:
Sammaele è lo stesso che Lucifero ed è un titolo che ricorda "nome di dio"; ne caratterizza l’aspetto blasfemo.
Lucifero, Sammaele, Satana, sono la stessa persona.
Isaia, come detto, poeticamente ha chiamato Lucifero, figlio dell’aurora:
"Il grande
La parola
Dopo che Adamo ed Eva hanno mangiato dell’albero del bene e del male si nascondono ed esce la parola "nudo"
In Es. 16,20 si trova
Una lettura completa di
come pure: "vedo
Questo è l’effetto del serpente
- rende astuto
per le cose del mondo;
- rende cieco per le cose di Dio "l’energia
chiude
alla luce
";
- rende nudo
, cioè spoglia della primitiva dignità;
- fa precipitare dall’alto;
- fa imputridire ed avere una esistenza da verme;
- dà come una nuova nascita.
Spero che si sia compreso come con la lettura a tappeto dei segni è stata ritrovata una chiave importante che permette di entrare in stanze antiche, ma abitate.
Faccio notare come tale ricco panorama si evince soltanto se si comincia a trattare a plasmare la parola come evidentemente facevano gli antichi prima dell’inserimento della vocalizzazione, quando cioè ogni lettera aveva la propria intera valenza ed era capace e libera di evocare accoppiamenti ed associazioni svincolate anche dalle forme grammaticali.
Sul tema poi dei geroglifici nella Bibbia torneremo ancora.
Articolo di Giovanni Conte Puorger